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La mia intervista a Radio24, ospite di Luca Telese ed Oscar Giannino

La mia intervista a Radio24, ospite di Luca Telese ed Oscar Giannino

Con la Lega non siamo separati in casa, siamo alleati in gran parte dei 799 comuni dove si votera’ il prossimo 10 giugno. A livello nazionale i nostri alleati hanno fatto una scelta che non abbiamo condiviso, ma che non abbiamo voluto impedire. Innanzitutto perche’ il capo dello Stato non ha ritenuto di dare l’incarico al centrodestra che pure ha il maggior numero di voti e di parlamentari.

Noi pensavamo, con buone possibilita’ di riuscirci, di andare in Parlamento e trovare i voti mancanti ma non ci e’ stato consentito e ne abbiamo preso atto. Matteo Salvini ha voluto tentare un esecutivo con il M5S che noi non riteniamo maturo per un’attivita’ di governo, ma abbiamo ritenuto di non impedirlo, per non dare alibi alla incapacita’ M5S: abbiamo detto provateci. Peraltro, durante i governi Monti e Letta a cui non aderi’ la Lega, il centrodestra non si e’ rotto.

Abbiamo combattuto allora, ognuno nella sua parte, battaglie comuni, a volte dissonanti. Quello che ora ci preoccupa e’ il programma e vigileremo in maniera attenta.

Sono tanti i punti del cosiddetto contratto di Governo che ci preoccupano e saremo attenti per evitare danni pesanti al Paese. Anzitutto il tema infrastrutturale drammaticamente attuale, che mi pare abbia gia’ aperto contrasti nella futura maggioranza pentaleghista.

Non possiamo bloccare la Tav, chiudere l’Ilva, fermare il Tap e l’ infrastrutturazione del Mezzogiorno. Significherebbe attentare al tessuto connettivo, che innerva il nostro Paese, da fiato alle categorie produttive, fa volare l’economia, e quindi i consumi, consente alle imprese di intraprendere e creare lavoro. Ci sono impegni con l’Europa che non dobbiamo disattendere e che sono stati validati da due parlamenti.

Ribadisco che saremo opposizione al governo per il programma che non conviviamo in buona parte e non per i nomi. C’e’ un conato giustizialista che preoccupa per i cittadini, l’idea di allungare all’infinito i termini di prescrizione, di lasciare all’infinito sul tavolo del magistrato la vita, la liberta’ personale, il patrimonio, le relazioni familiari e professionali di un individuo e’ antidemocratico e non e’ compatibile con l’art. 111 della Costituzione che parla di giusto processo. Non ci piace questa flat tax rivista che colpirebbe le fasce piu’ deboli e persino i disabili.

Non ci piace questa ondata nazionalizzatrice, non possiamo illudere i cittadini che solo il pubblico possa fare economia buona. Prendi il caso Ilva, chi l’ha comprata un anno fa lo ha fatto su presupposti contrattuali, ora se dovesse chiudere, si dovrebbero pagare penali altissime e si metterebbero 14 mila persone sulla strada. Come mai, mi chiedo, in Europa l’industria siderurgica funziona, rappresenta il gioiello di tanti Paesi e si concilia perfettamente con la qualita’ di vita delle persone e in Italia no? Di cosa vogliamo vivere, solo di turismo?.