“FuturEY” / conflitto di interessi: si a professionisti in politica
Credo che la chiave del futuro delle professioni, anche di quella forense, stia nella specializzazione e nella ibridazione dei nostri giovani con esperienze giuridiche e professionali di sistemi diversi dal nostro.
Una circolazione dei saperi che consenta di consolidare e reinventare la propria posizione sul mercato, che diventa sempre più globale. Riguardo poi all’infinito dibattito italiano sul conflitto di interessi, la mia forte convinzione è che un buon professionista appassionato di politica possa, debba, essere prestato alla politica, dedicando alla cosa pubblica con spirito di servizio una porzione del proprio tempo e la competenza acquisita nel suo lavoro.
Non credo più tanto all’utilità per il Paese dei meri professionisti della politica. Una legge sul conflitto di interessi che impedisse a chi ha fatto qualcosa nella vita di entrare nell’agone della politica svuoterebbe il parlamento di competenze e di passione: sarebbe antistorica e deleteria per l’Italia. Ciò detto, per essere attuali, bando all’ipocrisia: un tecnico è un tecnico, un politico è un politico. E un tecnico non diventa politico in una notte solo perché lo tocca la bacchetta magica di Luigi di Maio. Ogni riferimento all’attualità è puramente voluta.
Lo ha sostenuto Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, nel corso del suo intervento a Milano alla prima edizione di Tax & Law ‘FuturEY’, cui hanno partecipato gli avvocati Stefania Radoccia, Law Leader e Marco Magenta Tax Leader di Ey. sono intervenuti Giuseppe Cruciani e Oscar Giannino. Presenti anche Arturo Artom e Donato Iacovone, Ceo di Ey, che ha tratto le conclusioni del dibattito.