Manovra, reddito di cittadinanza? NO! Solo mancia elettorale
Togli la quota dell’affitto o della casa di proprietà, scala l’Isee familiare, gratta gratta e i 780 euro del reddito di cittadinanza si trasformano in una mancia elettorale. Altro che sconfitta della povertà.
Luigi Di Maio deve chiarire. O il reddito di cittadinanza serve ad eliminare la povertà, ed allora 9 miliardi (compresi i 2,5 miliardi del reddito di inclusione) indirizzati a 5 milioni di poveri assoluti, sono poco di più di 1840 euro all’anno: non 780 euro al mese ma circa 150.
Oppure se la cifra è quella dei 780 al mese la platea sarà di poco più di un milione, al massimo un milione e mezzo di soggetti. Come se non bastasse, la Manovra prevede che questa misura, insieme con quella sulle pensioni, non sia immediatamente operativa ma possa partire solo dopo l’approvazione di un provvedimento collegato ad hoc che prenderà tutto il tempo parlamentare che serve.
In concreto, a parole il governo ha negato interventi correttivi dopo la bocciatura di Bruxelles, ma nei fatti sta rinviando le due misure di spesa che tanto avevano preoccupato i commissari europei. Potrà anche essere positivo che si eviti il disastro economico-finanziario dell’Italia, ma questa retromarcia politica il governo deve ammetterla apertamente, pubblicamente non attraverso sotterfugi, artifici dialettici e raggiri della buona fede degli elettori.
Altrimenti, passeremmo dalla pubblicità ingannevole ad una vera e propria truffa contro il popolo italiano.