Brexit, prevalga la ragione. Il governo si faccia carico degli interessi dell’Italia
Il voto della Camera dei Comuni dovrebbe far riflettere tutti. L’uscita senza accordo provocherebbe danni inimmaginabili non solo al Regno Unito ma a tutta l’Unione europea. Dovrebbe far riflettere soprattutto coloro che pensano all’Unione come a un’entità, a un’Istituzione sovrannazionale da superare perché nemica dei popoli.
Noi vogliamo cambiare l’Europa, sia chiaro. Pensiamo che debba operare secondo gli auspici dei padri fondatori e vogliamo che non sia eterodiretta dai burocratici e dalle varie lobby che ne condizionano l’esistenza e il ruolo ma non condivideremo mai che la si possa distruggere perché saremmo tutti annientati, ridotti a meri vassalli dei grandi blocchi del mondo occidentale e di quello orientale.
Auspichiamo quindi che Londra, in primo luogo, abbia un sussulto di razionalità e proponga soluzioni allo stallo politico e istituzionale, anticamera di un caos ingovernabile e che i capi Stato e di Governo dei Paesi membri sappiano far prevalere autorevolezza e ragione.
E chiediamo al nostro governo di farsi carico degli interessi economici dell’Italia e dei 600 mila connazionali che lavorano in Gran Bretagna e che potrebbero ritrovarsi come in mare aperto, nella tempesta