Giorno del ricordo, smascherare i negazionisti
Il Giorno del ricordo, istituito per ripristinare una verità storica nascosta agli italiani per decenni dall’egemonia culturale della sinistra, è un omaggio, purtroppo tardivo, alla tragedia che sconvolse la popolazione giuliano-dalmata dall’8 settembre del ’43 al 10 febbraio del ‘47. Fu il presidente Berlusconi, nel 2004, a volere questa celebrazione affidandole il compito, ogni anno, di sollevare il velo di silenzio ideologico che per troppo tempo fu steso sulla tragedia delle foibe e della pulizia etnica messa in atto dai comunisti titini, una storia che troppe generazioni del secondo dopoguerra non hanno potuto nemmeno leggere sui libri di scuola. E’ un preciso dovere civile, dunque, onorare le tante vittime di cui non sarà mai possibile conoscere i nomi, e per ricordare le disumane sofferenze di istriani, fiumani e dalmati costretti all’esodo, all’abbandono della propria terra, dei propri beni, e spesso anche delle proprie famiglie. Ma l’impegno maggiore deve essere quello di far conoscere questa tragica pagina di storia ai giovani in un momento in cui il valore della memoria viene sminuito dalle spinte negazioniste che vanno smascherate e contrastate con la forza della verità.