Sul lavoro basta slogan ad effetto
La politica dovrebbe celebrare la festa del lavoro senza proclami in un Paese dove il tasso di disoccupazione è al 10,2% rispetto al 6,4% dell’Europa e dove i giovani senza occupazione sono uno su tre, esattamente il doppio della media europea. L’Italia è uscita dalla recessione ma è entrata in stagnazione, il che significa che l’economia continua a non crescere. Le colpe non sono ovviamente tutte di questo governo, che però dovrebbe riflettere seriamente sulle sue misure bandiera – reddito di cittadinanza e quota 100 – che sono un inno al non lavoro e un incentivo al lavoro nero.
Di Maio, il ministro del non lavoro, stamani ha lanciato l’ennesimo slogan ad effetto: questo sia l’ultimo primo maggio senza salario minimo, un obiettivo condiviso anche dal Pd ma che è un’altra risposta sbagliata ai veri problemi del Paese, perché avrebbe ulteriori effetti negativi sul mercato del lavoro. Fissare il salario minimo sopra gli otto euro, infatti, farebbe lievitare il costo del lavoro per le imprese e ridurre l’occupazione, specialmente al Sud. Per far ripartire il Paese è necessario ridurre subito il cuneo fiscale dirottando le risorse di quota 100 e del Reddito di cittadinanza e quelle degli 80 euro del governo Renzi, oltre a una politica di investimenti pubblici e di incentivo agli investimenti privati. Tutto il resto è solo assistenzialismo e propaganda.