DDL Giovani: per un’Italia dei giovani, per un’Italia del merito
In un mondo complesso come quello che si è aperto col nuovo millennio occorre riflettere, su quale sia il ruolo delle Istituzioni oggi rispetto alle giovani generazioni.
In un momento dove è oggettiva la difficoltà per i giovani nell’accedere al mondo del lavoro e nella creazione di nuovi nuclei familiari, la politica è chiamata ad un’azione responsabile, di indirizzo e di sostegno.
Il nostro Paese non riesce ad offrire opportunità a laureati brillanti, non riesce a gratificare ricercatori e persone altamente qualificate. L’Italia non è in grado di offrire posizioni e condizioni lavorative adeguate agli sforzi e al livello di istruzione conseguiti.
Il danno è duplice: oltre a perdere le esternalità positive derivanti da questo capitale umano altamente qualificato, non abbiamo nessun beneficio dalle spese sostenute dal nostro sistema d’istruzione per formare questi concittadini.
Secondo recenti dati di Eurostat, gli italiani in altri Paesi dell’Unione Europea sono quasi 3 milioni, un numero di concittadini emigrati doppi rispetto a Francia e Germania nonostante siano Paesi più popolosi rispetto all’Italia.
Fare “politiche giovanili” significa quindi cercare di dare risposte all’individualità dei bisogni dei giovani sviluppandone un approccio globale ed integrato, trasversale a più ambiti settoriali.
Dobbiamo impegnarci affinché i nostri giovani tornino a fidarsi del Paese. Un mezzo per farlo è quello di far conoscere e scegliere le nostre eccellenze in ambito di istruzione e ricerca, favorendo la mobilità finalizzata a questo scopo.