Errori e limiti del governo minano il futuro dell’economia
La situazione è precipitata e il danno d’immagine per il Paese si è già trasformato in un devastante danno economico. Forza Italia aveva chiesto per tempo il principio di massima precauzione, ritenendo insufficiente il blocco dei voli dalla Cina, e non è stata ascoltata.
Ora si sta concretizzando un contagio ancora più grave di quello sanitario. In tutto ciò, il governo procede a zig zag, tra esasperazione degli allarmi e rassicurazioni che cadono nel vuoto.
Si è del tutto eluso un altro fondamentale principio: quello di proporzionalità rispetto all’evento. Un errore grave che ha infilato l’Italia in un imbuto drammatico, con un isolamento che sta compromettendo il suo stesso futuro produttivo. Una spirale recessiva, iniziata prima del Coronavirus a causa delle politiche degli ultimi governi.
Si deve immediatamente uscire da questa situazione attraverso uno choc per la crescita, con lo stop all’assistenzialismo clientelare, e con un piano straordinario di investimenti che, in tutta evidenza, questo governo non è in grado di attuare. Con il cuore produttivo del Paese fermo, con il turismo al collasso e con un Pil in territorio pesantemente negativo, non si può più perdere tempo.
A livello politico continuano inoltre i litigi e le incomprensioni tra organi istituzionali.
La concezione dei rapporti istituzionali espressa stamani dal governatore delle Marche Ceriscioli è sconcertante, soprattutto in un momento in cui si invoca l’unità nazionale: a suo parere, infatti, il governo darebbe più tutele alle Regioni di centrodestra che non a “quelle amiche”. Come se in una situazione di emergenza ci fossero amici e avversari.
Ma a parte queste cadute di stile tipiche della sinistra, i litigi con i governatori dimostrano le troppe incertezze del premier, che mentre si diceva pronto a revocare i poteri alle Regioni, domenica stava per varare un decreto in direzione opposta.
Una gestione che, pur nell’oggettiva difficoltà, sta palesando limiti evidenti e che rischia di sfuggire di mano.