Non è più tempo di decimali, va sospeso il Patto di stabilità
Il nuovo crollo delle Borse mondiali ricorda in modo drammatico la crisi del 2008, ma quella che stiamo affrontando è perfino peggiore, perché allora fu la finanza a contagiare l’economia reale, oggi invece il contagio è partito dal sistema di domanda e offerta, e la politica monetaria da sola non sarà sufficiente a garantire la tenuta delle imprese.
Per questo non basta certo dire “siamo tutti italiani”: occorre un enorme salto di qualità dell’Unione europea: non è più tempo di decimali, va sospeso il Patto di stabilità. L’Italia ha il peccato originale di aver portato il debito pubblico oltre il 130% del Pil quando la congiuntura internazionale avrebbe consentito di ridurlo, ma ora deve fare investimenti straordinari per sostenere l’economia e la sanità e potenziare i finanziamenti alla ricerca, che è la vera ancora di salvezza dai pericoli globali.
L’Italia dunque si faccia portabandiera in sede Ecofin di un programma economico di ampio respiro finanziato attraverso l’emissione di eurobond solidali. Ci aspettiamo, poi, un primo segnale forte: il rinvio della riforma del Mes, che significherebbe il definitivo commissariamento dell’Italia da parte di Bruxelles.