Decreto rilancio? È un decreto tampone senza rilancio
Più che di decreto rilancio, sarebbe più corretto parlare di decreto tampone senza rilancio.
Una interminabile serie di toppe senza una strategia precisa e senza due elementi fondamentali per la ripresa: lo sblocco degli investimenti pubblici insieme agli incentivi fiscali per quelli privati e il taglio della burocrazia, rimandato alla promessa di un nuovo decreto.
La politica dei sussidi a pioggia è un tampone necessario che ha però il respiro cortissimo, due-tre mesi al massimo. Se non si mette il sistema produttivo nella condizione di ricreare ricchezza ci aspetta un autunno di lacrime e sangue. Quelle versate dalla ministra Bellanova diventeranno solo una improvvida goccia nel mare del pianto nazionale.
Sull’agricoltura ha prevalso l’ideologia, perché la sanatoria indiscriminata degli immigrati non risolve i problemi della raccolta, e sulla cassa integrazione c’è una falla che rischia di lasciare scoperte diverse settimane.
Speriamo di poter correggere in Parlamento almeno gli errori più evidenti, anche se la maggioranza è troppo debole e sfilacciata per dialogare con l’opposizione.
Resta sospesa la domanda se sia più dannosa per il Paese la sopravvivenza di un governo in crisi o una crisi di governo.