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Basta sprechi, serve liquidità per famiglie e imprese

Basta sprechi, serve liquidità per famiglie e imprese

La mia intervista di oggi sul Corriere della Sera


Oggi in Senato ci sarà un passaggio cruciale per l’esecutivo, il voto sullo scostamento di bilancio. Quale sarà l’atteggiamento di Forza Italia?

Quello di un ascolto operoso. Non bastano indicazioni generiche, vogliamo capire esattamente 25 miliardi di ulteriori debiti a chi andranno e in quanto tempo. Serve liquidità per famiglie e imprese, lo diciamo da mesi. Ma non possiamo tollerare ulteriori sprechi, né altra spesa cattiva. Il nuovo deficit deve rimettere in carreggiata chi produce e crea lavoro. Il governo deve mettersi in testa che dalle sue scelte dipende la sopravvivenza o meno di un intero sistema economico.


Dunque voterete a favore dello scostamento di bilancio?

Ascolteremo il governo in Aula. Finora ci ha molto delusi, questa è l’ultima chance.


È una mano tesa a Conte?

E’ una mano tesa all’Italia. Il nostro giudizio sul governo è immutato, né cediamo alle lusinghe che ci ha rivolto Conte. Ci atteniamo ai fatti di questi mesi. Nel pieno dell’emergenza abbiamo offerto soluzioni, tutte respinte con perdite. Se siamo ancora disponibili al confronto è per senso di responsabilità istituzionale, non certo per fare da stampella a un governo con il quale non condividiamo nulla.


L’impressione è che da parte vostra ci sia il tentativo di isolare Salvini. È così?

E perché dovremmo? Tra poco più di un mese ci saranno le amministrative e il centrodestra si presenta coeso, con candidati unitari, pronto a governare in regioni e comuni oggi appannaggio della sinistra. Forza Italia, Lega e FdI possono avere diversità di vedute e qualche volta anche divergenze, come dimostra la vicenda del Mes, ma riescono sempre a trovare la sintesi. Questa è la realtà, il resto è dietrologia.


Come giudica il cambio di passo di Giorgia Meloni a sostegno di Conte nelle ore decisive che hanno portato all’accordo sul Recovery Fund?

Non vedo un cambio di passo. La Meloni ha detto una cosa evidente e cioè che l’Italia è uscita in piedi da una trattativa che non era scontata. Ma nessuno nel centrodestra ha usato toni trionfalistici, come invece ha fatto la maggioranza, e che ci sono apparsi fuori luogo.


A proposito del Recovery Fund, ci sono sul tavolo potenzialmente 209 miliardi destinati all’Italia. Si è parlato della centralità del Parlamento. Qual è la soluzione migliore per dare voce a Camera e Senato, una bicamerale o due commissioni monocamerali?

L’imperativo è non perdere tempo. Più che la formula conta la sostanza. Il mio timore è che sia la prima che la seconda ipotesi non rispondano a questa esigenza di accelerazione verso un piano di riforme serio da presentare all’Europa, in cui sia indicate con chiarezza priorità, tempi e costi. Trovo grottesco questo dibattito su alchimie parlamentari mentre ristoranti, alberghi e negozi arrancano rischiando la chiusura definitiva.


Se a settembre la situazione dovesse precipitare si potrebbe creare le condizioni per un ingresso in maggioranza di Forza Italia?

Berlusconi è stato chiarissimo. Non ci interessa entrare in questa maggioranza, perché non è nostra intenzione soccorrere un esecutivo debole. Siamo seduti su una bomba sociale ed economica pronta ad esplodere in autunno e temiamo che il governo non ne sia sufficientemente consapevole. A noi interessa che il Paese recuperi competitività, che i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi non siano vanificati e lavoriamo per questo. La questione di un nuovo governo non è all’ordine del giorno. Concentriamoci sul presente, perché settembre è “domani” e all’orizzonte c’è la riapertura delle scuole, lo sblocco dei licenziamenti e l’ipotesi di rinnovo della cassa integrazione per migliaia di italiani.