Vaccini: accelerare la campagna o sarà difficile accettare sacrifici
Il commissario europeo Gentiloni stamani ha ammesso che l’Unione ha sottovalutato il problema della capacità produttiva dei vaccini. I numeri in effetti sono impietosi: i ventisette Paesi Ue hanno vaccinato meno di 38 milioni di cittadini contro i 18 della sola Gran Bretagna.
Ora si deve correre ai ripari, ma per colmare il gap ci vorranno almeno sei mesi, e la previsione di vaccinare entro l’estate il 70% della popolazione è purtroppo irrealistico. Il premier Draghi sta giustamente insistendo per bloccare l’export delle fiale destinate ai Paesi extraeuropei, una misura indispensabile su cui però ancora non c’è accordo. Si stanno accumulando errori gravi di cui tutti paghiamo le conseguenze, soprattutto l’Italia che sconta un altro handicap: la mancata programmazione dei centri per la produzione, a differenza di molti nostri partner comunitari. Nessuno ha la bacchetta magica, ma dobbiamo tutti renderci conto che più ritarda il piano vaccinale, più sarà difficile rendere accettabili a un Paese stremato i nuovi sacrifici che si annunciano nei prossimi due mesi.