Fisco, inaccettabile ingorgo fiscale di marzo
L’ingorgo fiscale di marzo è un paradosso per un Paese ancora semichiuso per pandemia. Bene l’ulteriore rinvio delle rate della rottamazione, ma non può bastare.
Più di metà delle scadenze – cinque al giorno, un’enormità – riguarda infatti pagamenti di imposte, e quindi milioni di imprese dovranno intaccare il loro patrimonio o indebitarsi per far fronte alle pretese dello Stato nonostante il drastico calo o addirittura l’azzeramento del volume di affari.
Siccome il giorno clou sarà il 16 marzo, il decreto Sostegni che sarà varato questa settimana dovrà tener conto di questa equazione impossibile per le aziende, e risolverla preventivamente, per non condannare chi – senza alcuna responsabilità – non è in grado di mettersi in regola ad accollarsi anche le relative sanzioni. Sarebbe una doppia beffa.
Lavoro: decreto dignità va accantonato
I dati sui lavoratori a termine, i cui contratti nel 2020 sono stati quasi un milione e mezzo in meno, obbligano a un immediato ripensamento rispetto all’impostazione ideologica del decreto dignità.
Siccome il 31 marzo scadono le deroghe sulle causali, Forza Italia chiede che da aprile si torni immediatamente alle regole ordinarie per ridurre l’impatto della pandemia sull’occupazione, che resta purtroppo devastante: occorre una disciplina più snella per il ricorso ai contratti a termine, così come per i voucher.
Bisogna ascoltare gli appelli delle associazioni di categoria, che vanno tutti in questa direzione. L’unica strada per tutelare i posti di lavoro non può essere il blocco dei licenziamenti.