La finestra mobile è il periodo che intercorre tra la maturazione del diritto alla pensione e il periodo di pagamento effettivo dell’assegno pensionistico.
Le finestre mobili sono state introdotte in quasi tutte le misure pensionistiche per contenere la spesa pubblica pensionistica, in quanto è rimandato il pagamento delle prestazioni in un momento successivo a quello della maturazione dei requisiti che danno diritto alla pensione.

Le finestre mobili rappresentano un fattore importante quando si pianifica l’uscita dal mondo del lavoro. Succede spesso che i lavoratori, una volta raggiunti i requisiti contributivi e anagrafici, sono convinti che facendo richiesta di pensione, ottengono subito l’assegno. Purtroppo, non è così, esiste il meccanismo delle finestre che posticipa la decorrenza della pensione.
Data di pensionamento e finestra mobile: le differenze
Nel 2025, il sistema previdenziale italiano prevede le finestre mobili su varie misure pensionistiche:

Pensione anticipata ordinaria: requisiti 42 e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. La finestra è di 3 mesi per i lavoratori del settore privato e 4 mesi per i lavoratori del settore pubblico. Per fare un esempio un lavoratore del settore privato che ha raggiunto i requisiti a settembre 2025, potrà ottenere l’assegno pensionistico a gennaio 2026. Quindi, trascorso i tre mesi di finestra mobile.
Pensione anticipata contributiva: richiede almeno 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi versati, inoltre, l’assegno deve essere pari ad almeno tre volte l’assegno sociale, oppure, 2,8 volte per le lavoratrici madri. La finestra mobile è di tre mesi senza distinzione del settore lavorativo.
La quota 103 con requisiti di: 62 anni di età e 41 anni di contributi con un finestra mobile di 7 mesi per i lavoratori del settore privato e 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico. La quota 103 non è stata inserita nella legge di Bilancio 2026 e pertanto termina il suo percorso nel 2025.
Pensione lavoratori precoci, la cosiddetta Quota 41, i requisiti sono 41 anni di contributi e almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età, inoltre, bisogna appartenere a una delle quattro categorie di tutela (disoccupati, caregiver, lavori gravosi). La finestra mobile è di 3 mesi per i lavoratori del settore privato e di 6 mesi per i lavoratori del settore pubblico.
Opzione donna con requisiti di 35 anni di contributi, l’età è 61 anni ma varia in base ai figli e i lavori usuranti. La finestra è di 12 mesi. Questa misura è calcolata interamente con il sistema interamente contributivo. Nella legge di Bilancio 2026 non è prevista la proroga, pertanto, termina la sua sperimentazione.
Quando la domanda di pensione è accolta, l’INPS comunica la data di pensionamento e la data di decorrenza del pagamento, sono due date diverse. Una che precisa la data del diritto della pensione e l’altra la data di pagamento effettivo. La seconda contiene anche il periodo di finestra, che come sopra menzionato e quel periodo di transito tra il diritto alla pensione e il pagamento effettivo.





