Il titolo dal sapore sarcastico non è casuale e nasconde un cavillo burocratico inquietante. Attenzione al calendario.
Il Bonus Mamme 2025 è un sostegno economico importante, ma è anche un labirinto di requisiti e scadenze che, se non rispettate, possono portare alla perdita totale del beneficio. Per le lavoratrici che puntano a questo contributo, il termine ultimo del 9 dicembre 2025 per la presentazione della domanda non è l’unico ostacolo.
Ci sono almeno cinque errori da evitare per non perdere il sostegno: la domanda per il Bonus Mamme deve essere inoltrata entro e non oltre il 9 dicembre 2025. Qualsiasi richiesta presentata anche solo il giorno successivo viene respinta. Sebbene ci sia un’eccezione per chi matura i requisiti dopo tale data (con possibilità di fare domanda fino al 31 gennaio 2026), la regola generale è molto rigida e non ammette scuse.
Non tutte le madri lavoratrici sono ammesse a questo bonus. Le esclusioni più importanti riguardano le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato che generalmente sono escluse da questo specifico bonus ma possono beneficiare dell’esonero contributivo (“esonero mamme”). Anche se dipendenti, le domestiche non rientrano tra le categorie ammesse. Sono invece incluse le lavoratrici con contratto dipendente non escluso o autonomo. Ma non finisce qui.
Il bonus è stato creato per specifiche fasce di lavoratrici con figli: le richiedenti devono avere almeno due figli a carico al momento della richiesta. E passiamo al reddito.
Un altro paletto al bonus è il reddito annuo del nucleo familiare, che non deve superare la soglia stabilita, fissata orientativamente attorno ai 40.000 euro. Le madri con tre o più figli con contratto a tempo indeterminato sono indirizzate ad altri incentivi più vantaggiosi, come l’esonero contributivo totale o parziale, e sono escluse da questo specifico Bonus Mamme. Il requisito relativo al numero di figli deve essere effettivamente soddisfatto al momento della domanda. Se il secondo figlio è ancora in attesa di nascita o i requisiti anagrafici non sono conformi alla richiesta, l’agevolazione può essere negata.
La richiesta inoltrata all’INPS deve includere una dichiarazione responsabile sul possesso di tutti i requisiti e deve indicare correttamente le coordinate bancarie (IBAN) per l’erogazione del contributo. Errori di compilazione o omissioni possono invalidare l’intera pratica, causando il mancato riconoscimento del beneficio, che è comunque esentasse e non incide sull’ISEE. Per evitare di perdere questo supporto economico, lo ribadiamo, è indispensabile agire entro il 9 dicembre, verificando scrupolosamente ogni punto con il proprio CAF o patronato.
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