Quali differenze ci sono tra Legge 104 e 106? E, soprattutto, sono previste davvero maggiori tutele? Chiariamo le cose una volta per tutte: ecco tutti i dettagli.
Chiariamo prima di tutto un aspetto importante. La storica Legge 104 risalente al 1992 non è stata abrogata. La normativa è stata bensì aggiornata ed affiancata da un’altra Legge, la 106 del 2025.

Entrata ufficialmente in vigore in Italia lo scorso 9 agosto dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, la Legge 106 rappresenta una riforma strutturale. L’obiettivo è estendere le tutele di chi vive ogni giorno con la disabilità, con le malattie croniche o oncologiche. Sono insomma stati introdotti nuovi diritti anche per i loro familiari. Stanno però emergendo in questi giorni anche nuove criticità.
Per dirla in parole semplici, c’è una maggiore platea tutelata ma i sostegni in diversi casi si riducono o scompaiono. Prima di tutto, però, vediamo quali tutele prevede la nuova Legge. Con la 106 del 2025 lavoratori dipendenti, autonomi e professionisti possessori di partita Iva possono avere accesso a sospensione dell’attività o tutela pensionistica in presenza di gravi patologie.
Legge 106, più ore di permesso retribuito
Si tratta della prima volta in assoluto che una Legge italiana include in maniera esplicita queste categorie di lavoratori. Ci sono più ore di permesso retribuito e, dal 1 gennaio del prossimo anno, i dipendenti con malattie invalidanti, croniche o oncologiche potranno chiedere 10 ore di permesso aggiuntive ogni anno. Ore che vanno ad aggiungersi ai 3 giorni al mese retribuiti che sono già previsti dalla Legge 104.

Un tempo in più prezioso, utilizzabile per terapie, esami e visite. Previste poi detrazioni fiscali più ampie per i propri figli disabili e l’abolizione dei limiti di età. La detrazione da quasi 1000 euro spetta a tutti, a prescindere dall’età del figlio con disabilità. Chi ha figli non disabili, invece, la validità è tra i 21 e i 30 anni. Altra grande novità è rappresentata dal Fondo nazionale per i caregiver familiari. Chi assiste i familiari disabili può accedere al Fondo già rimpinguato anche per il 2027 con 207 milioni di euro.
Passiamo ora a ciò che sta facendo storcere il naso a molti. Tutto ruota attorno al congedo straordinario fino a 24 mesi dedicato ai lavoratori con gravi disabilità o malattie invalidanti. Esso prevede sì la conservazione del posto di lavoro ma nessuna retribuzione né maturazione di ferie, tredicesima o Tfr. Chi può usufruirne allora? Semplicemente, chi si può permettere di non essere retribuito per assistere un familiare.
L’intenzione della norma è comunque quella di puntare sull’inclusività, ma di fatto in molti stanno puntando il dito contro il passo indietro dal punto di vista sociale. Anche per i lavoratori autonomi il quadro non è del tutto roseo. I professionisti possono sospendere le proprie attività per 300 giorni, mantenendo la posizione contributiva, ma non ricevono aiuti economici diretti dallo Stato se non quelle già previste dall’Inps o dalle Casse professionali.





