La banca italiana UniCredit è in fase di rottura con i francesi di Amundi. I correntisti sono in allarme, i risparmi corrono pericoli? Facciamo chiarezza.
UniCredit è, com’è noto, uno dei principali istituto di credito del nostro Paese. Ha sede a Milano ed è guidato dal ceo Andrea Orcel. La banca ha deciso di stoppare, entro il 2027, la collaborazione con i francesi di Amundi.
Quest’ultimo è un colosso francese gestito e controllato dal gruppo Crédit Agricole. Il divorzio, in questo caso, riguarda la fine della partnership tra i due gruppi. La collaborazione, ancora in essere, riguarda la gestione dei fondi comuni d’investimento che vengono venduti ai clienti di UniCredit. La partnership risale al 2017. A quel tempo UniCredit ha venduto ad Amundi la sua società Pioneer Investment.

Come controparte, le due società hanno firmato un accordo di collaborazione commerciale della durata di dieci anni. I francesi si sono impegnati a gestire i fondi d’investimento di UniCredit, la quale ha proposto i fondi Amundi ai propri clienti. Per cinque anni Amundi ha gestito qualcosa come l’80% dei fondi venduti da UniCredit. Oggi la quota è scesa al 60%, e si prevede che entro il 2027, ovvero quando scadrà naturalmente la partnership, scenderà quasi a zero.
UniCredit, stop alla collaborazione: una precisa strategia
Il divorzio tra UniCredit e Amundi è frutto di una precisa strategia da parte del ceo italiano Orcel. Il capo di UniCredit vuole riprendere il controllo diretto dei fondi, senza il pagamento di commissioni. Lo scopo è dotarsi di una piattaforma interna per trattenere più profitti. L’accordo di collaborazione, infatti, comporta il pagamento di commissioni elevate. E la banca italiana ha calcolato che, anche in caso di rescissione anticipata dall’accordo e quindi nell’eventualità di pagamento delle penali, la manovra sarebbe comunque conveniente.

Di mezzo ci sono anche le tensioni maturate nel tempo con Crédit Agricole, il gruppo proprietario di Amundi. Secondo gli esperti UniCredit avrebbe voluto acquisire il Banco Bpm, ma una parte rilevante delle quote sono state comprate da Crédit Agricole. È così nata una concorrenza diretta che man mano ha deteriorato i rapporti tra le due società. La separazione commerciale comporterà la ricollocazione di 69 miliardi che attualmente Amundi gestisce per conto di Unicredit in Italia.
Ma cosa cambia per i correntisti? Ci sono rischi? Facciamo chiarezza. Conti correnti, depositi e risparmi non corrono alcun pericolo. La separazione riguarda fondi comuni e prodotti d’investimento.
Dunque a cambiare sarà il catalogo della banca italiana con i fondi disponibili. Al loro posto nasceranno nuovi fondi interni o gestiti da altre società. Variazioni potrebbero esserci nelle condizioni economiche e nei rendimenti dei nuovi prodotti. È probabile che UniCredit offra inizialmente fondi con commissioni più basse, e potrebbero verificarsi tempi tecnici per trasferire gli asset.





