La normativa attuale prevede cinque casistiche per poter detrarre il canone di affitto, che variano in base ai soggetti e al reddito percepito nell’anno.
Se il contratto di locazione è intestato a più soggetti, possono beneficiare della detrazione, ciascuno di essi in base alla quota prevista nel contratto.

Ma chi ha un figlio in affitto per studi, può detrarre il canone di affitto? Rispondiamo nel dettaglio a questa domanda, analizzando anche le altre possibilità a volte poco conosciute.
Canone di affitto: 5 casi che permettono di ottenere un rimborso
Il primo caso che permette di ottenere una detrazione d’imposta riguarda gli inquilini a basso reddito. In effetti, possono beneficiarne, i contribuenti con contratti di locazione stipulati o rinnovati in base alla legge 431 del 9 dicembre 1998. La detrazione è pari a 300 euro per i contribuenti con un reddito complessivo annuo non superiore alla soglia di 15.493,71 euro; 150 euro con un reddito complessivo annuo superiore a 15.493,71 euro fino alla soglia massima di 30.987,41 euro. Oltre tale soglia non spetta la detrazione fiscale.

Il secondo caso riguarda i contratti di locazione concordati, cosiddetto “canone convenzionato o concordato”. La detrazione spettante è di 495,80 euro con un reddito complessivo annuo non superiore alla soglia di 15.493,71 euro; 247,90 euro con un reddito complessivo annuo superiore a 15.493,71 euro fino alla soglia massima di 30.987,41 euro.
Il terzo caso riguarda giovani inquilini di età compresi tra i 20 e i 31 anni compiuti; la detrazione è applicata anche per solo una parte della casa, non serve il canone su tutto l’appartamento; la detrazione solo per i primi quattro anno di contratto; l’importo della detrazione è di 991,60, se il canone annuo è superiore a 991,60 euro, l’inquilino potrà beneficiare di una detrazione del 20% del canone fino ad un massimo di 2.000 euro. Infine, il reddito complessivo non deve essere superiore a 15.493,71 euro.
Il quarto caso riguarda coloro che per motivi di lavoro trasferiscono la propria residenza nel comune vicino all’attività lavorativa o in zone limitrofe. La detrazione spetta nei primi tre anni in cui il lavoratore ha trasferito la residenza, è di 991,60 euro se il reddito complessivo annuo, non supera 15.493,71 euro, oppure, 495,80 euro con un reddito complessivo annuo superiore a 15.493,71 euro fino alla soglia massima di 30.987,41 euro.
Il quinto e ultimo caso, riguarda i contratti di locazione stipulati per gli studenti universitari, che frequentano atenei in Comuni diversi da quello della residenza. In questi casi spetta una detrazione del 19% calcolata su un importo massimo di 2.633 euro. Per poter beneficiare della detrazione i contratti devono essere stipulati nel comune dove ha sede l’università o in comuni limitrofi distanti almeno 100 Km dal comune di residenza. Pertanto alla domanda se è possibile beneficiare della detrazione del contratto di locazione per i figli che studiano fuori il Comune di residenza, la risposta è positiva, ma solo alle condizioni sopra menzionate.





