Tantissime novità nella Manovra 2026 tra le quali cambiamenti sul congedo parentale con l’aumento dei giorni da richiedere.
Il 17 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di Legge con bilancio di previsione dello Stato nel 2026 e bilancio pluriennale 2026/2028. Il 22 ottobre il testo è arrivato in Senato. La lettura delle disposizioni raccolte in dieci titoli che riguardano un intervento da 18 miliardi medi annui è iniziata.

Prima di arrivare alle novità relative al congedo parentale riassumiamo alcuni dei punti più importanti della Manovra 2026. L’aliquota IRPEF sarà ridotta dal 35 al 33% per redditi tra 28 mila e 50 mila euro, la Carta Dedicata a Te verrà rifinanziata con 500 milioni di euro all’anno nel biennio 2026/2027 e sarà introdotta una tassazione sostitutiva del 5% sui premi produttività e una flat tax dell’1% entro i 5 mila euro.
L’esenzione per i buoni pasto elettronici salirà a 10 euro, le detrazioni dei Bonus casa rimarranno del 50% per le abitazioni principali e del 36% per le seconde case. Prorogata l’APE Sociale per tutto il 2026 e previsto un aumento di 20 euro al mese per le pensioni minime. Cambierà il calcolo dell’ISEE in relazione alla prima casa per agevolare le famiglie con figli e saranno rafforzate le tutele per i lavoratori e le lavoratrici genitori.
Come cambieranno i congedi parentali nel 2026
I lavoratori con figli potranno approfittare di più giorni di congedi parentali e di maggiori incentivi. Il congedo, infatti, potrà essere richiesto da ogni genitore prima dei 14 anni del figli e non più entro i 12 anni. Inoltre la Manovra revisiona le regole per rimanere a casa con i bambini in caso di malattia.

Ogni genitore in modo alternativo potrà astenersi dal lavoro per massimo 5 giorni l’anno che aumentano a 10 se i figli hanno età compresa tra 3 e 12 anni e non più tra 3 e 8 anni. Nessuna modifica per i figli fino a tre anni di età. Entrambi i genitori potranno chiedere il congedo per malattia del bambino senza limiti di tempo a condizione che l’astensione dal lavoro sia alternata. Rimangono i 36 mesi di congedo fruibili in caso di figli di disabilità ma si alza l’età, non più fino ai 12 anni del bambino ma ai 14 anni.
La retribuzione per i dipendenti pubblici sarà del 100% per i primi 30 giorni di ogni anno, per i periodi successivi varranno le regole della contrattazione collettiva. I cambiamenti sono stati attuati al fine di favorire una permanenza al lavoro maggiore da parte dei genitori (soprattutto delle madri lavoratrici), di promuovere una condivisione equilibrata dei carichi familiari e di permettere una più flessibile gestione dei tempi di lavoro in base alle esigenze familiari.





