Dal 1° gennaio importanti novità per le Partite IVA e gli autonomi in merito alla Legge 104. Arrivano le tutele per questi lavoratori.
Fino ad oggi esclusi da ogni tutela, dal 2026 anche i titolari di Partita IVA e i lavoratori autonomi potranno approfittare di vantaggi in presenza di una disabilità. Scendiamo nei dettagli di quella che è definibile come una piccola rivoluzione. Che si preludio di altre attenzione rivolte ad imprenditori e professionisti?

A modificare la Legge 104 l’entrata in vigore delle nuove regole stabilite dalla Legge 106 del 18 luglio 2025. Le tutele arriveranno ad una platea più ampia integrando una normativa attiva da 33 anni che presentava qualche lacuna. Anche la Legge 106 lascia irrisolte alcune questioni come l’assenza di copertura contributiva per i nuovi periodi di congedo ma accoglie lavoratori finora esclusi dai benefici della 104.
Le risorse stanziate per finanziare la Legge 106 sono pari a 20,9 milioni di euro per il 2026. Poi si assisterà ad un incremento progressivo fino ad arrivare a 25,2 milioni di euro all’anno a regime dal 2035. Una cifre che difficilmente – secondo gli esperti – permetterà di aiutare tutti i lavoratori che vivono con patologie croniche, disabilità o ricevono diagnosi di cancro.
Come la Legge 106 coinvolgerà autonomi e Partite IVA
La Legge 106 aggiorna la storica Legge 104 del 1992 e amplia le tutele per le persone affette da disabilità e i caregiver, familiari che se ne prendono cura. Introduce nuovi permessi, congedi straordinari e finalmente saranno incluse anche Partite IVA e professionisti.

Questi potranno sospendere l’attività fino a 300 giorni in caso di diagnosi di malattia oncologica o invalidante mantenendo attiva la posizione contributiva. Fino ad oggi una malattia per un autonomo può significare la chiusura dell’attività per mancanza di tutele. Dal 1° gennaio 2026, invece, la rete di protezione sociale si amplierà coinvolgendo chi lavora in modo indipendente che potrà salvare la propria attività.
Ci saranno altre novità dal prossimo anno. Chi è affetto da malattia grave una volta terminati i 180 giorni ordinari di malattia potrà prolungare l’assenza dal lavoro di 24 mesi mantenendo il posto di lavoro. Non riceverà, però, la retribuzione, né maturerà l’anzianità di servizio né vedrà versati i contributi previdenziali. Un aiuto a metà, insomma.
Un altro cambiamento è l’aggiunta di 10 ore retributive all’anno per visite, esami, cure se si ha un’invalidità superiore al 74% o si chiede un congedo parentale per figli con invalidità oltre il 74%. La soglia del 74% è da superare anche per ricevere i benefici della Legge 106. Soglia troppo alta per molte associazioni perché esclude tanti lavoratori con invalidità di poco inferiore.





