Non servono bandiere di parte ma buone leggi. Una voce che difende la libertà, il rispetto e la responsabilità oltre gli schieramenti politici
Amici, qual è il fondamento di una buona legge? La concordia discors, l’armonia che nasce da una discordanza di pareri. In questi mesi ho fatto di tutto per trovare una mediazione di buonsenso in Senato e portare a casa una legge utile e concreta, lavorando su punti giuridicamente insidiosi con due emendamenti chiari che rappresentano, di fatto, il mio manifesto contro l’omofobia, la violenza e per l’inclusività.
Le aperture a sinistra, però, sono state di facciata. Nessuno dei suggerimenti da me proposti è stato accolto. E oggi ho avuto conferma che a una parte politica interessava solo coltivare il mostro omofobico, trovare un colpevole. Tutto questo, sapendo bene che i numeri per approvare la legge senza modifiche non ci sono mai stati.
A questo serviva la mediazione, trovare un punto d’incontro, e su quella strada ho cercato di portare anche il mio gruppo parlamentare. Ma per una certa sinistra è stato più facile puntare il dito che assumersi le proprie responsabilità. I numeri impietosi della seduta odierna del Senato certificano che i voti sono mancati proprio dagli scranni di chi ora accusa la sottoscritta e altri colleghi pronti al dialogo.
Sia chiaro: nella mia vita, non solo negli ultimi sei mesi, mi sono sempre schierata dalla parte dei diritti di libertà, sul piano personale, professionale e politico. E continuerò a farlo con coerenza. Così come continuerò a promuovere i principi dell’inclusività, che ritengo fondamentali per una politica che voglia parlare a tutti. Non è la strada più facile o elettoralmente più vantaggiosa, ma è certamente quella giusta.
Ho l’impressione che alcuni non siano interessati a portare avanti battaglie giuste con successo, ma solo ad avere il monopolio della loro rappresentanza. Io non accetterò mai che questioni così delicate e importanti appartengano a una sola parte. Se questo disturba qualcuno, gli consiglio di guardarsi dentro e chiedersi cosa sia davvero importante: la fiera della vanità o la capacità di fare buone leggi?
Questa battuta d’arresto, di cui certo non gioisco, non ridurrà il mio impegno. La mia proposta di legge è pronta e non arretrerò di un millimetro. Non l’ho mai fatto, e non comincerò certo ora, per le cose in cui credo.
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