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Si fa largo la strage di piccole imprese, mentre la burocrazia blocca gli aiuti

Bernini: presto sarà strage di piccole imprese, mentre la burocrazia blocca gli aiuti

Si fa largo la strage di piccole imprese, mentre la burocrazia blocca gli aiuti

Era una strage annunciata quella delle piccole imprese. E non è stato fatto abbastanza per evitarla.
Lo ha dimostrato il Censis con la pubblicazione del 2° Barometro Censis-Commercialisti: un documento che ha messo nero su bianco dei dati tragici, che mai avremmo voluto leggere. Sono 460.000 le piccole imprese italiane a rischio chiusura per i danni economici provocati dall’emergenza sanitaria.

Una strage annunciata sì, ma proprio per questo ancor meno accettabile.
Stiamo parlando di un fatturato complessivo di 80 miliardi di euro e di quasi un milione di posti di lavoro. I numeri dicono tutto già da soli: si tratta del doppio delle microimprese “morte” tra il 2008 e il 2019. Una vera e propria ecatombe.

Il fatturato delle microimprese sarebbe già oggi (secondo il Censis) almeno dimezzato e 415.000 di queste disporrebbero ora di meno della metà della liquidità rispetto a un anno fa. Sembra evidente, da questi dati (oltre che dalle proteste degli ultimi giorni), che lo sforzo per supportare i lavoratori non è stato sufficiente.
Come ripetiamo da mesi con Forza Italia, servono potenti dosi di liquidità: ho proposto e parlato perfino di “helicopter money”, ricordate?
Adesso bisogna fare più di quanto è stato detto e fatto finora. In primis, bisogna garantire risarcimenti a tutti coloro che si sono sacrificati per mettere in sicurezza la propria attività, per poi essere nuovamente e improvvisamente chiusi.

Nello stesso documento del Censis, si sottolinea come la burocrazia non faccia altro che peggiorare lo stato delle cose: il 79,9% dei commercialisti auspica più chiarezza nei testi normativi, il 70,7% molti meno adempimenti, il 58,4% chiede un taglio netto dei tempi necessari per l’effettiva erogazione degli aiuti economici.
Insomma, la burocrazia blocca gli aiuti e chi si trova già in difficoltà finisce, per colpa delle interminabili pratiche, con l’acqua alla gola.

La semplificazione è da sempre una delle nostre priorità. Ora, in una situazione che mai avremmo pensato di vivere, tutti comprendono quanto sia importante rendere gli interventi tempestivi. Perché se gli aiuti non sono immediati, rischiano di essere inutili.

Oggi dobbiamo muoverci in fretta per supportare tutte le categorie produttive. Lo dico sempre: se non ci sono datori di lavoro, non ci sono neanche posti di lavoro. Dobbiamo permettere alle piccole imprese di resistere di fronte quest’ennesimo sacrificio richiesto, perché solo così potranno ripartire, solo così sopravviveranno.
E la crescita dell’Italia un domani potrà essere anche nelle loro mani.