Picchiata perché rifiuta il velo, la strada dell’integrazione è fallita
Picchiata e umiliata perché si è rifiutata di indossare il velo. Sono vicina come donna alla giovanissima ragazza di Ostia presa a calci e pugni da quella famiglia che avrebbe dovuto proteggerla e che invece è diventata il suo incubo per un cieco e fanatico integralismo religioso. Ma lo sono ancora di più da legislatore e da politico che ha sempre condannato ogni forma di violenza e prevaricazione.
Episodi come questo, purtroppo non isolati e che richiamano alla memoria la terribile storia di Samah, sono un campanello d’allarme che deve scuotere tutti. Non si è percorsa la strada della giusta integrazione. Non si è fatto ancora il necessario perché le giovani donne islamiche si sentano veramente libere in un Paese democratico come l’Italia.
Lo tenga presente soprattutto chi pensa che un intervento legislativo possa essere una panacea. Una legge non basta, per veri cambiamenti culturali serve un impegno capillare di tutte le istituzioni e di tutti i cittadini, nessuno escluso. E una condanna unanime di ogni integralismo che non sempre risuona forte e chiara.