Jole Santelli scrisse a Conte: “Abbiamo diritto a una sanità da Paese civile”
Un mese prima di lasciarci all’improvviso, Jole Santelli ha scritto una lettera aperta al premier Conte.
Con la sua schiettezza e il pensiero sempre rivolto alla Calabria, Jole parlava del suo dissenso verso il piano predisposto dall’allora commissario Cotticelli.
Era il 13 settembre, quando scriveva di una Regione «in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso calpestati». Parlava della Calabria come di una terra con tante potenzialità «ma anche troppi, troppi problemi irrisolti».
«Il più importante dei diritti calpestati è quello alla Salute. Siamo vittime da anni di un commissariamento governativo che ha distrutto la sanità calabrese. In questo le responsabilità politiche devono essere chiare e nette. Tutte le scelte sanitarie competono in Calabria al Governo ed ai suoi commissari».
Pur avendo lavorato in accordo con il Governo nazionale nei momenti più complessi dell’emergenza sanitaria, Jole evidenziava nella sua lettera come i commissari avessero messo in piedi il nuovo piano senza coinvolgere minimamente la Regione. Tra l’altro, era «un piano di difficile attuazione».
«È necessario che i calabresi sappiano che il Governo si sta assumendo tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata».
Dopo mesi di collaborazione in un’emergenza per cui si era reso necessario unire le forze, Jole non poteva far altro che prendere atto di tutto ciò. Non poteva far altro che rivolgersi al Presidente del Consiglio per incitarlo a intervenire per evitare un vero e proprio disastro sanitario.
«Se vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget, rendendo impossibile ai calabresi di curarsi a casa propria e costringendoli ad andare fuori regione per terapie salvavita, i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai commissari di governo, con la totale contrarietà della Regione».
Sottolineava, in ultimo, l’obbligo morale e politico che l’aveva spinta a indirizzare questa lettera al premier Conte.
«Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non m’interessa fare guerra contro il Governo nazionale, ma non farò da parafulmine a scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini. L’emergenza sanitaria ci ha insegnato che esiste un destino di comunità. Nessuno si salva da solo. Non possono esserci divisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto fondamentale come la salute».
Gli avvenimenti degli ultimi giorni stanno dando ragione, ancora una volta, alla nostra Jole.
Come è evidente, stava tentando di proteggere la sua terra e i calabresi da un passo indietro imperdonabile su un diritto fondamentale, quello alla Salute.
Eppure il governo non l’ha ascoltata e ora le conseguenze sono sotto agli occhi di tutti.