Ascoltare l’SOS dei nuovi poveri in piazza
Ieri in tante piazze italiane non sono scesi pericolosi gruppi di facinorosi, escluse ovviamente le piccole frange infiltrate di professionisti del disordine: c’erano i nuovi poveri, commercianti, artigiani, ristoratori, ambulanti piegati dai lockdown e che non ce la fanno più.
Ecco: noi dobbiamo trovare un faticosissimo equilibrio tra le terapie intensive purtroppo ancora piene e le proteste di coloro che ormai vivono sulla soglia della povertà, e dopo un anno di pandemia sono ormai dieci milioni, un’enormità.
Il loro è un grido di dolore che non può essere ignorato.
Abbiamo di fronte tre emergenze: vaccini, sostegni e riaperture. I 32 miliardi del decreto Sostegni erano stati autorizzati dal Parlamento a dicembre per coprire le chiusure a cavallo delle feste di Natale, ma ora sono diventati drammaticamente insufficienti perché nel frattempo è arrivata la terza ondata di Covid, e bisogna cambiare rapidamente passo negli aiuti alle imprese.
Dei 180 miliardi di euro stanziati in totale tra scostamenti e legge di Bilancio, alle imprese è stato destinato solo il 25%, mentre nello stesso periodo la Germania ha ristorato il sistema imprenditoriale con quasi il 60% degli oltre 300 miliardi stanziati.
E’ vero che in Italia esiste il capitolo cassa integrazione, ma le imprese più grandi l’hanno pagata di tasca propria.
Le proposte di Forza Italia vanno tutte nella direzione di colmare il gap che oggi esiste tra le esigenze del mondo produttivo e la capacità di risposta della politica. E’ un impegno che dobbiamo onorare a tutti i costi.